La nostra Vicesindaca Patrizia Dal Santo, che ha tra le sue deleghe Sistemi educativi e diritto allo studio, racconta il progetto di ricerca-azione “Il benessere degli studenti delle scuole secondarie di secondo grado”, a cui il Comune di Ivrea ha deliberato di partecipare su sua proposta.
Sempre più spesso raccolgo dai rapporti con le scuole e i servizi educativi e sociali della città, ma anche direttamente dai giovani e dalle giovani che incontro nei diversi progetti, la fotografia di un disagio crescente, fatto di paura del confronto con l’altro, di senso di inadeguatezza di fronte alle aspettative degli adulti, di ansia e preoccupazione verso il futuro. È una situazione di malessere che sicuramente si è acutizzata con la pandemia, ma che era già latente e ci parla di una società sempre meno capace di vedere e di ascoltare i giovani.
In questo contesto, ho trovato estremamente interessanti i risultati della ricerca-azione sul benessere degli adolescenti svolto dall’INAPP (Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche), in collaborazione con il Centro Famiglie del Consorzio INRETE, in alcune scuole primarie e secondarie di primo grado del nostro territorio, lo scorso anno: finalmente ci si proponeva seriamente di dare voce ai ragazzi e alle ragazze, per capire come stanno a casa e a scuola e quanto sentono di poter agire i propri diritti di accudimento, ascolto e libertà di espressione. Visti i risultati estremamente interessanti di questa prima ricerca, come assessorato abbiamo proposto di allargare l’indagine alle scuole superiori e alle agenzie formative di Ivrea, per raccogliere anche i bisogni dei ragazzi e delle ragazze più grandi, tra i 14 e i 19 anni.
Ci sembra importantissimo che le azioni di promozione del benessere e del protagonismo giovanile come quelle di lotta alla dispersione scolastica e alla povertà educativa che l’Amministrazione vorrà intraprendere possano fondarsi su una conoscenza vera e profonda della realtà e possano essere costruite con i giovani e le giovani e non solo per loro.
La possibilità di farsi accompagnare in questo processo da un ente nazionale di ricerca e di collaborare fin dall’inizio con tutti gli attori del sistema educativo locale, ci è sembrata un’opportunità preziosa, da non perdere. La proposta ha suscitato un interesse superiore alle attese nelle scuole, che hanno partecipato tutte con un gran numero di classi, e questo ci sembra un segnale positivo dell’interesse della scuola a mettersi in discussione e innescare processi di cambiamento. Nei prossimi mesi il questionario di ricerca verrà somministrato in appositi laboratori svolti nelle classi e successivamente i risultati verranno restituiti ai ragazzi per iniziare un percorso trasformativo che li vedrà protagonisti.
Quegli stessi risultati saranno condivisi con tutta la cittadinanza, con la comunità educante più allargata, perché tutti insieme possiamo individuare gli atteggiamenti e i modelli che ostacolano la crescita serena e fiduciosa dei giovani, in tutte le loro potenzialità, e su quella base costruire politiche che ridiano loro attenzione e consentano loro di esprimersi e di partecipare pienamente.
Patrizia Dal Santo